Bartolomeo da Pisa, a buona ragione, ricorda tra i Frati Minori “che si distinsero per scienza” e che “scrissero di Sacra Teologia, spiegandola e commentandola, e spiegando le difficoltà dei libri delle Sentenze”, frate Giovanni Scoto, che “è detto dottore sottile” e del quale soprattutto afferma che: “dapprima lesse le Sentenze ad Oxford, poi nello Studium di Parigi, dove ricevette il titolo e fu famosissimo dottore”; e prosegue: “qui scrisse di teologia in modo eccellente, in particolare sui quattro libri, che lui stesso rivide; fece anche dei Quodlibeta; pubblicò diversi trattati; delle questioni sui libri di Metafisica e rivide dei commenti sulla Sacra Scritttura”. […]
Elenco delle opere che sono comunemente attribuite a Duns Scoto dalla tradizione manoscritta
È noto che le ricerche storico-critiche, oggi felicemente applicate all’epoca della scolastica, hanno dimostrato che molte delle opere che nel corso dei secoli erano state considerate come genuine sono in realtà spurie, ne hanno rinvenute altre prima sconosciute e ne hanno messe molte in una nuova luce, soprattutto riguardo alla forma e ai criteri letterari. Sia qui sufficiente ricordare il felice esito fin qui riportato riguardo alle opere dei più grandi dottori come S. Tommaso, S. Bonaventura, S. Alberto Magno, Alessandro di Hales e molti altri. È chiaro che, da questo punto di vista, il Dottore Sottile non ha ricevuto da queste ricerche meno beneficio degli scrittori suoi contemporanei o suoi predecessori. Di fatto delle opere che sono state edite da Wadding-Vivès sotto il nome di Giovanni Duns Scoto, è già stato dimostrato che non poche sono spurie o dubbie, altre invece sono state scoperte e, in particolare, sono emersi criteri atti per valutare del merito e del tempo di composizione delle singole opere. […] Offriamo qui, in primo luogo, un elenco delle sue questioni del Commento ai quattro libri delle Sentenze, quindi un elenco delle varie dispute e infine delle diverse opere filosofiche.
A. Questioni sui quattro Libri delle Sentenze di Pietro Lombardo
Si dice che Duns Scoto abbia esposto due volte i libri delle Sentenze, la prima a Oxford e poi a Parigi. Ma solo nel XVII secolo si affermò l’opinione che esistessero due Commenti autentici, uno generalmente chiamato Opus Oxoniense e l’altro Opus Parisiense; questa opinione fu diffusa dal Wadding e da Mattija Ferkić. Quest’ultimo, all’inizio del XVII secolo gettandosi con grande ardore nello studio delle opere del Dottore Sottile, si convinse che il suo maestro avesse “scritto” una sola Reportatio; avendone però tra le mani due che andavano sotto il nome di Scoto, edite rispettivamente nell’anno 1478 e nel 1517, considerò autentica la prima, rigettando la seconda come spuria. Wadding seguì questo stesso ragionamento, correggendo l’edizione del 1478 alla luce del codice Vat. Lat. 876.
D’altra parte gli scotisti del XVII secolo non intesero minimamente il senso originario dei vocaboli “Reportatio” e “Ordinatio”. Così, seguendo il Wadding, l’Opus Parisiense si chiama Reportata, perché Duns Scoto “vi aveva riportato in maniera disordinata una raccolta degli scritti di Oxford, per preparare a tempo opportuno un’opera sistematica”, mentre l’Opus Oxoniense si chiama Ordinatio perché era stato “riordinato e assemblato, prendendo sia dalle lezioni di Oxford che di Parigi” dai discepoli di Duns Scoto, o anche “perché, trascurate le altre opere, di solito e per consuetudine solo questa veniva usata nelle scuole”.
Al contrario è noto che “riportare da qualcuno” o “riportare mentre qualcuno fa lezione” nel medio evo non indicava altro che riportare qualcosa oralmente o per scritto, benché la seconda accezione sia la più comune. Per quanto riguarda il termine “Ordinatio”, ammettiamo senza problemi che il cosiddetto Opus Oxoniense sia stato di fatto composto da elementi tratti dalla Lettura Oxoniense e Parisiense e che inoltre, rispetto ad altre opere, fu letto e commentato ordinariamente e per consuetudine nelle scuole, affermiamo però che non debba chiamarsi Ordinatio per questo, ma perché contiene il testo scritto o dettato e preparato dallo stesso Duns Scoto per essere divulgato.
Così, per dirla in breve, per colpa dei grandi scrittori ed editori delle opere di Giovanni Duns Scoto col passare dei secoli ci si è dimenticati, come per altri molti dottori scolastici, che i commenti di questo dottore ai libri delle Sentenze ci sono giunti attraverso un triplice genere letterario, cioè: nel lavoro scritto o dettato dallo stesso autore e da lui preparato per la pubblicazione (Ordinatio); in scritti dei discepoli ricavati dalle parole del docente, mentre teneva le lezioni o predicava pubblicamente (Reportatio); e, da ultimo, attraverso appunti di vario genere, suggeriti o approvati dal maestro oppure no (Abbreviationes, Compendia). Per il momento, lasciato da parte il problema su quante volte Duns Scoto abbia tenuto lezioni sulle Sentenze, cioè se solo due o più volte, se prima a Oxford e poi a Parigi, o viceversa, o un po’ e un po’, possiamo affermare che sono giunti a noi non solo due, ma più scritti di commento ai libri delle Sentenze attribuiti a Duns Scoto, in cui la sua dottrina teologico-filosofica deve essere considerata in modi diversi, a seconda che si tratti dell’Ordinatio o di una più o meno buona Reportatio.
Così rimandando le diverse domande, che si sono accumulate sul Commento di Giovanni Duns Scoto ai Libri delle Sentenze […], offriamo qui semplicemente un elenco:
1 – Commento al I Libro delle Sentenze
Del Commento al I libro delle Sentenze ci è pervenuta, in sei diverse redazioni, la maggior parte dei codici e delle edizioni attribuite a Giovanni Duns Scoto:
1. Ordinatio (Ed. Vaticana, vol. II-VI)
2. Lectura in I Sententiarum (Ed. Vaticana, vol. XVI-XVII)
3. Reportatio I A (o examinata) (Ed. St. Bonaventure, 2004.2008)
4. Reportatio I B (Ed. Parigi, 1517; Venezia, 1597)
5. Reportatio I C
6. Additiones magnae (Ed. Vivès, vol. XXII 1-152)
2 – Commento al II Libro delle Sentenze
Abbiamo cinque tipi di redazione:
1. Ordinatio (Ed. Vaticana, vol. VII-VIII)
2. Lectura in II Sententiarum (Ed. Vaticana, vol. XIX)
3. Reportatio II A
4. Reportatio II B
5. Additiones magnae (Ed. Vivès, vol. XXII 513 – XXIII 233)
3 – Commento al III Libro delle Sentenze
Per il commento a questo libro, in cui si tratta del Verbo incarnato e della beatissima Vergine Maria, ci sono tante redazioni diverse del testo di Scoto, quante quelle del commento al primo libro:
1. Ordinatio (Ed. Vaticana, vol. IX-X)
2. Lectura in III Sententiarum (Ed. Vaticana, vol. XX-XXI)
3. Reportatio III A (Ed. Vivès, vol. XXIII 234-530)
4. Reportatio III B
5. Reportatio III C
6. Reportatio III D
4 – Commento al IV Libro delle Sentenze
Per questo commento ci sono solo tre redazioni conosciute del testo di Scoto:
1. Ordinatio (Ed. Vaticana vol. XI-XIV)
2. Reportatio IV A (Ed. Vivès vol. XXIII-XXIV; Ed. St. Bonaventure 2016)
3. Reportatio IV B (Ed. Parigi, 1518; Venezia, 1597)
B. – Dispute Varie
Duns Scoto prese parte più volte a delle dispute scolastiche. Una disputa, ad esempio, ebbe luogo in occasione della promozione di frate Egidio, ai Vespri di Filippo di Bridlington, con Guglielmo di Pietro Godino sul principio di individuazione. Vi sono però due opere appartenenti al genere letterario della disputa a noi pervenute in un numero abbastanza cospicuo di esemplari e che furono più volte editate:
1. Le dispute chiamate Quodlibet (Ed. Vivès, vol. XXV-XXVI)
2. Le Collationes di Parigi e di Oxford (Ed. Vivès, vol. V 131-317 – Le Collationes di Oxford sono ora edite a cura di G. Alliney e M. Fedeli, Firenze 2016)
C. – Commenti agli scritti filosofici
Tra le varie opere filosofiche edite da Wadding nella raccolta di scritti “Opera Omnia Ioannis Duns Scoti”, dai codici manoscritti vengono comunemente attribuiti a Scoto i seguenti commenti:
1. Questioni sui Libri della Metafisica di Aristotele (Ed. St. Bonaventure, vol. III-IV)
2. Questioni sui libri De anima di Aristotele (Ed. St. Bonaventure, vol. V)
3. Questioni sull’Isagoge di Porfirio (Ed. St. Bonaventure, vol. I 1-245)
4. Questioni sulle Categorie di Aristotele (Ed. St. Bonaventure, vol. I,247-566)
5. Questioni sul I e II Libro sull’Interpretazione di Aristotele (Ed. St. Bonaventure, vol. II 135-221)
6. Questioni sul libro sull’Interpretazione di Aristotele (Ed. St. Bonaventure, vol. II 43-132)
7. Questioni sugli Elenchi sofistici di Aristotele (Ed. St. Bonaventure, vol. II 257-527)
8. Notabilia super Metaphysicam (Ed. G. Pini, 2017)
D. – Trattati
Oltre alle opere qui menzionate, che hanno tutte un’intima relazione con le lezioni e le dispute scolastiche, vi sono due trattati che la tradizione manoscritta attribuisce a Duns Scoto:
1. De primo principio (Ed. W. Kluxen, 1974)
2. Theoremata (Ed. St. Bonaventure, vol. II 567-721)
[Cfr. Ioannis Duns Scoti Opera Omnia, ed. Civitas Vaticana, 1950, vol. I 140*-154*]